
Vitalità, innovazione e partecipazione: la visione del „Sindaco di Notte“
Colloquio estivo con Daniele Di Lucrezia, nuovo assessore comunale a Merano
Intervista di Maren Schöpf
Digitalizzazione, rapporti con la cittadinanza, gestione dei servizi demografici, innovazione urbana e vivibilità notturna: Daniele Di Lucrezia, nuovo assessore del Comune di Merano, racconta la sua visione di una città più inclusiva, moderna e vicina alle persone. Tra i suoi incarichi anche la trasformazione digitale, la partecipazione giovanile e l’introduzione del “Sindaco della Notte”, ruolo che oggi ricopre personalmente. In questo colloquio estivo, Di Lucrezia condivide idee e obiettivi per una Merano che guarda al futuro.
Signor Di Lucrezia, come preferisce trascorrere l’estate a Merano?
Mi può trovare un po’ ovunque: alle feste, nei bar, per strada. Ogni tanto al Lido, ogni tanto a camminare o in bicicletta. Preferisco un’estate viva, una Merano che sappia coinvolgere, che trasmetta energia e vitalità. Una città dove tutte le cittadine e tutti i cittadini, di ogni età, possano godersi la vita urbana.
Quali sono i Suoi tre luoghi preferiti a Merano?
Un posto che probabilmente pochi menzionerebbero è il quartiere di Maria Assunta. Lo cito perché è il quartiere in cui sono cresciuto, dove viveva mia nonna, dove ho trascorso la mia infanzia – un luogo carico di ricordi. Oggi purtroppo non è più il quartiere di una volta, e questo mi rattrista. Il mio desiderio è che nei prossimi anni possa tornare ad essere come era 15 o 20 anni fa.
Quali sono le Sue priorità politiche in questa amministrazione? Su cosa si concentra maggiormente?
Una delle mie priorità è sicuramente l’innovazione e la trasformazione digitale. Merano ha ancora molta strada da fare in questo campo. Abbiamo però avviato un percorso per far diventare Merano una “smart city”. Ci sono tanti servizi da modernizzare. Sfruttando le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, vorrei che, tra tre o cinque anni, le cittadine e i cittadini possano avere un rapporto molto più semplice, trasparente e diretto con l’amministrazione comunale – più efficiente, più snella, più accessibile.
Merano è spesso considerata una città per anziani. Cosa si può fare per i giovani?
Proprio per questo abbiamo introdotto la figura del “sindaco della notte”, un incarico che ricopro personalmente. Ci siamo ispirati ad altre città europee e al Comune di Trento, che è stato tra i primi in Italia a istituirla. Si tratta di una delega che si occupa di gestire e regolare la vita serale e notturna della città. L’obiettivo è riscoprire Merano da un punto di vista sociale, culturale ed economico. Penso sì ai giovani, ma anche alle residenti e ai residenti in generale, alle lavoratrici e ai lavoratori culturali, alle associazioni. L’idea è quella di creare uno spazio di dialogo per trovare insieme un equilibrio e rendere Merano una città più vivace e a misura di giovane.
Parliamo ancora della vita notturna e della sicurezza – un tema molto sentito a Merano.
A mio avviso, il primo strumento per rendere una città più sicura è popolarla, renderla viva. Dove ci sono persone, c’è sicurezza. Naturalmente, servono anche altri interventi: un’illuminazione più efficace, una città più curata, una maggiore presenza delle forze dell’ordine. Ma ripeto: una città viva è una città sicura!
Come “sindaco della notte”, intendo coinvolgere anche i quartieri. È fondamentale mantenere un buon rapporto con le e i residenti. Serve attenzione e dialogo, ma anche la riqualificazione di zone che un tempo erano più belle e vivaci – come, ad esempio, il quartiere di Maria Assunta.